mercoledì 10 agosto 2011

ritorno a casa

E' un po' che non scrivo su questa mia creatura virtuale. Del resto non ne ho avuto il tempo.
Già, il tempo: questo strano mostro che a volte non passa mai e altre, invece, corre come un purosangue.
Così, ridendo e scherzando, rieccoci tornati all'ovile, dopo le vacanze italiane. Mi sembra soltanto ieri che preparavo le valigie con tanta accuratezza, pensando ai vestiti per le bambine ed ai documenti necessari al viaggio, fantasticando su tutti gli incontri che avrei avuto con amici e parenti, preparando mentalmente tante occasioni di svago.
Il tempo in Italia va effettivamente più veloce, io credo, di quello africano. Qui le ore passano calme, quasi in sordina: ora sono le 10, tra un po', senza fretta, saranno le 11 e così via.
In Italia alle 8.15 sveglia, 8.30 colazione, 8.50 doccia, 9.35 dentista,... E' impossibile non accorgersi del tempo che scorre, perchè in realtà ogni minuto è organizzato e pianificato.
Non che in Nigeria non esistano impegni e appuntamenti: ma ci sono talmente tante variabili che possono interferire con una qualsivoglia pianificazione, che tutti sono abituati a modificare costantemente i loro impegni e il tempo è assolutamente una questione soggettiva. Per esempio, se un'amica ti dice che viene a trovarti, ti dirà "nel pomeriggio" e non "alle 15.00", perchè sa benissimo che, se dovesse rimanere bloccata nel traffico o se la ruota dell'auto dovesse forare, non riuscirebbe ad arrivare in tempo. Meglio tenersi larghi.
"Nel pomeriggio": un lasso di tempo più o meno lungo che impegna e non impegna. Io mi sento libera di andare a fare un riposino, di giocare con le bambine, ecco, magari non di andare a fare la spesa, quella la posso fare un altro giorno.
Ma con calma, non stabiliamo già una data.
Tanto il frigo è pieno.