domenica 19 febbraio 2017

L'eleganza del tasso

L'ARTE DEL RICICLAGGIO

Tra pochi giorni ci sarà la festa di Carnevale a scuola. Ho rimandato fino all'ultimo, ma ora mi tocca proprio aprire l'armadio e scoprire se, tra i costumi accumulati negli anni, con la complicità di qualche aggiunta, si nasconda un travestimento all'altezza dei desideri delle mie bambine. L'anno scorso ci avevo messo tanto impegno a creare un bel costume da zingara alla più grande, con tanto di bracciali sonanti, gonna a strati, scialle, foulard, finti orecchini a cerchio, per poi scoprire che -forse- avrebbe preferito far parte della schiera delle Else di Frozen o delle Cenerentole (intramontabili! C'è n'è sempre qualcuno ad una festa di Carnevale che si rispetti). Con un bel calcio all'ansia di originalità della mamma creativa, che per sè si era creata un simpatico costume da nonnina di Madagascar (avete presente? Quella che dice "Gatino cattivo" e giù di borsate in testa ad Alex il leone).
Perciò apro l'armadio e ci vado cauta. Seleziono i costumi che, come taglia, potrebbero fare al caso nostro. Li stendo sul lettone, con tanto di accessori al seguito, per valorizzarne le potenzialità. Mi soffermo su ciascuno, sottolinendone i pregi. Davanti a me, le bambine mi guardano con occhi da triglia. Chissà che pensano?!! Probabilmente si chiedono fin dove mi spingerò quest'anno. Dove sta la fregatura, in sostanza.
 Fata madrina di Cenerentola.
Fatina con tutù rosa.
 Fata dei dolci.
 Fata dell'acqua.
 Fate di tutti i tipi.
 Ma un bel costume da idraulico non ce lo propina quest'anno? Non aveva detto :"Quest'anno ci vestiamo tutti da tassi?". Lo smarrimento nei loro occhi è lampante. Davanti a loro ci sono solo costumi comprati. Niente di fatto in casa. Niente di riciclato. Niente cucito fai da te e colla a caldo. Perplesse, iniziano a provarsi alcuni dei travestimenti. Con poca convinzione, se devo essere sincera. Il dubbio, contagioso come l'ebola, si fa strada nella mia coscienza: che io abbia frainteso? Che la loro fosse solo una mossa studiata per destabilizzarmi? Che alla fine preferiscano i miei costumi strambi all'omologazione di quelli dei negozi? E ora come glielo confeziono un abito da tasso in quattro giorni?
Poi, dolcemente, un sorriso timido si fa strada sul viso della più grande, che si sta ammirando in un grazioso tutù rosa confetto corredato da alucce e coroncina.
"Chi potrei essere con questo vestito?".
"Una fata?" Propongo, indecisa e sospettosa.
Ma la delusione che leggo nei suoi occhi mi intima di correre subito ai ripari.
"No, certo. Banale. Ecco... potresti essere...".
Gli occhietti si fanno piccoli piccoli, mentre il mio unico neurone rimasto cerca disperatamente un appiglio.
"La fata dello zucchero filato?" Propone timidamente il mio piccolo aguzzino di rosa vestito.
"Proprio! Mi hai rubato di bocca il suggerimento". Il mio petto sussulta impercettibilmente cercando di camuffare un sospiro di sollievo.
 Niente tasso. Sarebbe stato elegante, ma no: a noi ci piacciono le fate

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