martedì 5 aprile 2011

farfalle in biblioteca

L'altra sera è scoppiato un temporale (di tipo tropicale, s'intende). Tutto è incominciato con forti raffiche di vento, giganteschi nuvoloni neri hanno oscurato le stelle e poi è arrivata la pioggia. Tanta pioggia. A secchiate. Non so quanto sia durato, perchè sono andata a dormire, "cullata" dal tamburellare dell'acqua sul tetto. Al mattino, pozzanghere di acqua fangosa ovunque, foglie e rami di alberi a terra, un tasso di umidità da capogiro.
Fin qui, nulla di strano: mi è già capitato in questi mesi di assistere a dei temporali, alla loro violenza, alla calma che ne segue, al rifiorire della natura dopo l'innaffiatura di acqua piovana. 
Ma non ero preparata a questo.
Arrivata a scuola, stanca come lo si può essere solo al lunedì mattina, sono entrata in classe a testa bassa, pensando a quante ore mi separavano dal letto e dal riposo serale. Dopo aver salutato i bambini, mi sono seduta alla cattedra.
AAAAARRRGGGGG!!!!! con un balzo da giovane gazzella mi sono trovata all'altro lato della stanza! Un coso scuro, grosso e peloso aveva sfiorato la mia mano e la mia mente ha per un nanosecondo visualizzato l'immagine del topo che proprio l'altra sera mi ha attraversato la strada. Ricuperata un po' di dignità, sempre davanti agli occhi sconcertati dei miei studenti, mi sono avvicinata per dare una seconda occhiata: noncurante di me e della mia codardia, sulla mia sedia stazionava una farfalla di dimensioni considerevoli, esotica cugina delle nostre falene. Scampato pericolo! Una farfalla, per quanto grande essa sia, è sempre una farfalla! così l'ho fatta sloggiare dal mio scranno e ho incominciato la lezione. Ma non era finita: Una manina, dal banco in fondo a destra, ha attirato la mia attenzione. "Sì, Ale, che c'è?", chiedo. "Maestra, dovremmo chiudere la porta, se no ne entrano altre. Sai, dopo la pioggia arrivano sempre...". La lezione l'hanno fatta loro a me: la pioggia, qui, porta le farfalle. Non solo acqua. 
Le ho ritrovate, poi, le farfalle. Stamattina erano tutte sul muro del corridoio, che da bianco è diventato tutto nero da tante ce n'erano!
La scuola italiana è un edificio molto grande, con le aule tutte affacciate ad un corridoio che in realtà è un lungo balcone, che dà sul giardino. Quindi è all'aperto e lucertole, gechi e insetti vari la fanno da padroni ed escono ed entrano dalle aule a loro piacere.
Oggi stavo mettendo in ordine i libri della biblioteca: approfittando dell'assenza di molti dei ragazzi (che sono in gita scolastica in Sicilia), noi insegnanti abbiamo alcune ore libere e così ci siamo lanciati nell'impresa di risistemazione del patrimonio librario della scuola. Io mi stavo occupando della sezione dedicata alla letteratura italiana, a storia e a geografia. Ma ogni volta che spostavo un volume, ecco una farfalla alzarsi in volo, impolverata e- lo immagino io- tossicchiante. Nel giro di pochi minuti, la biblioteca si è riempita di farfalle, alla ricerca di un altro posto in  cui rifugiarsi. Da qui la mia riflessione, che segue:
Qui non abbiamo topi di biblioteca.
Qui, in biblioteca, abbiamo le farfalle.

1 commento:

  1. Hey Paola,
    Thank you so much for letting me participate the calm before the storm. I miss those smells and the sounds. Thank God for skype!!
    Secondly, ask Oscar if those ‘farfalle’ are what we from Southern Africa call ‘flying ants’.... if so ...... they are eatable!! Roasted is the way to do it!! They make a good snack with a cold Star Beer!!

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