martedì 19 aprile 2011

Okada mon amour

Avevo già parlato degli okada, gli spericolatissimi taxisti su due ruote che popolano le strade di Lagos. Oggi ho tempo da perdere, le bambine dormono, le lezioni per domani sono state preparate, così mi soffermo a descrivere alcuni aspetti buffissimi che mi capita di cogliere quotidianamente per strada.
Gli okada, anche se sembrano dei centauri senza arte né parte, in realtà sono organizzati in un sindacato, con regole precise e normative che chi si accinge ad intraprendere questo mestiere deve conoscere. E’ divertente il fatto che, tra queste norme, non credo ci sia nulla relativo ad un qualsivoglia codice della strada. Una volta che posseggono una moto e hanno tutti gli arti necessari a guidarla, poco importa se conoscono o meno le norme che regolano il traffico stradale! Ecco dove tutto si complica! Il diritto di precedenza è un optional,  i pedoni si devono arrangiare, non parliamo poi del sorpasso! A destra o sinistra, basta che ci sia spazio. Anche il numero dei passeggeri è aleatorio: in genere ci si regola in base alla portata: se la moto è abbastanza comoda, possono salirvi anche quattro persone. O due più il bagaglio. Nei giorni scorsi ho assistito al passaggio di un okada che trasportava un uomo e la sua scala a pioli. Giuro!!! Avete presente quelle scale da cantiere, alte almeno tre metri? Ecco, proprio una di quelle.  Oggi poi ho visto una donna che portava un enorme contenitore di cibo: l’autista davanti, poi il cibo, poi lei e sulla sua schiena, ben avvolto nella fascia e addormentato come un angioletto, il suo pupo di pochi mesi.  Poco dopo un uomo molto distinto, con giacca e cravatta, è sfrecciato davanti alla mia macchina con una valigia tra lui e l’okada.
Insomma,  il trasporto a Lagos viaggia su due ruote e tutto quanto ci può stare sopra.
A me l’uso di tale mezzo è stato vietato dal marito. Da sottolineare: dal marito, non dal buon senso. La curiosità di provare questa ebbrezza è tale che lascerei volentieri da parte ogni prudenza. In effetti il divieto impostomi ha un suo perché: la maggior parte degli incidenti stradali qui avvengono per colpa degli okada, che sono davvero spericolati, anche perché i mezzi con cui devono confrontarsi generalmente sono camion giganteschi o suv  grandi come mammuth o ancora pulmini scassati con scarichi a prova di ztl. Non concedendo mai la precedenza (chissà, forse devono fare un giuramento del tipo: “Io, tizio caio, della categoria degli okada, giuro solennemente di non rispettare mai alcuna norma del codice stradale. Quandanche mi spiegassero come funziona una rotonda, io ignorerò l’insegnamento; quandanche , di fronte ad un semaforo rosso, mi venisse la tentazione di fermarmi, resisterò e continuerò la mia marcia. Questo prometto e giuro”) è facile rischiare ogni secondo di finire sotto le ruote grandi come poltrone dei propri vicini di corsia o, quel che peggio, di finire come un moscerino sul parabrezza della macchina che sta marciando nell’altro senso.
Così per ora rinuncerò. Ma non demordo. Lo prometto e lo giuro. Prima o poi ne acchiapperò anch’io uno al volo e…Via, sfreccerò per le strade di Lagos con i capelli al vento, Emma seduta davanti a me e Bianca sulla schiena. Oscar no. Non ci sta. E’ troppo anche per i canoni nigeriani. A meno che… non diventi lui stesso un okada!!!

 Okada che trasporta il motore di una macchina 

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