sabato 30 aprile 2011

chocolat

Quest'anno, a Pasqua, niente uovo di cioccolata.
Qui non credo esista nulla del genere, eccezion fatta per degli scioltissimi ovetti kinder che lascio volentieri sugli scaffali del supermercato che osa proporli.
Ma, appena terminate le vacanze, il cioccolato si è imposto sulle nostre golosissime vite.
L'autista di Oscar, Joseph, è tornato dal villaggio con un sacco da  10 kg di fave di cacao: il padre è proprietario di una piantagione di cacao e così gli avevamo commissionato un "piccolo" assaggio della sua produzione.
Ragazzi!!! Ci si è aperto davanti tutto un mondo, all'apertura di quel sacco!
Intanto perchè il metodo di conservazione e stoccaggio è indescrivibile. Ma, superato l'impatto, affondare le mani in quei grani duri e profumatissimi è stato come entrare per la prima volta in una pasticceria che non si conosce: quali leccornie ci proporranno? quali incredibili sapori ci delizieranno il palato? che sensazioni proveremo?
Sbucciata la prima fava per vedere cosa celava al suo interno, abbiamo assaporato il seme senza pensarci due volte. Però, ecco, le fave di cacao non sono esattamente un dolce. Sono la materia prima, anzi, primissima, con cui si ottiene il cioccolato. E ne ricordano il gusto solo se uno ha molta immaginazione.
Un sapore primordiale ci ha coinvolto in un turbine di sensazioni senza volto e senza tempo.
Aspra, forte, quasi alcolica in un primo momento, la fragranza cacaosa ha prevalso verso la fine, ma con una prepotenza talmente selvaggia che non posso dire di esserne uscita compiaciuta.
Che fare?
Un sacco da 10 kg ci aspettava, in un angolo della sala.
Oscar, dopo una veloce consultazione di internet, ha dato il via alle sperimentazioni: tostatura, sbucciatura, massa di cacao, concaggio,...
Così, per una sera, la nostra casa si è trasformata in un laboratorio, è stata invasa dal profumo intenso e goloso del cacao tostato, ci siamo sentiti un po' come i conquistadores spagnoli alle prese con lo xocoatl dei Maya e un po' come Willy Wonka nella sua fabbrica.
O forse come Juliette Binoche nel film Chocolat, alle prese con le preferenze in fatto di cioccolato di ciascuno degli avventori del suo negozio.
Conquisteremo la Nigeria con il nostro cioccolato???

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