mercoledì 6 aprile 2011

Stella e i Lego

Ho già parlato in questo mio neonato blog della signora che si occupa di Bianca, il cui nome è Stella (contando che la bambina che abita in un'altro appartamento di questa casa si chiama Luna, direi che potremmo quasi scriverci su una barzelletta!). Ha un'età indefinita, anche se lei sostiene di avere 31 anni, cioè 5 meno di me, ma sembra averne molti di più. Comunque sia, è una che è stata bambina più o meno quando lo ero io. Quindi, una che dovrebbe avere lo stesso bagaglio culturale ed esperienziale che ho io.
 DOVREBBE avere.
Se fosse in Italia lo avrebbe inevitabilmente.
Non qui, però.
Qui tutto è fatica e l'infanzia è ancora una questione di sopravvivenza.
Oggi pomeriggio Emma ha rovesciato sul pavimento il suo cestone pieno di Lego e ha iniziato a fare delle costruzioni. Io da piccola con i Lego ci ho passato delle ore divertentissime, ecco perchè, al momento di fare le valigie per trasferirci qui, non ho trascurato di dedicare un po' di spazio per questo fantastico e creativissimo gioco. Stella stava mangiando e ci guardava incuriosita. In genere, quando ha finito di mangiare sta un po' a giocare con le bimbe e poi si prepara per tornare a casa, dai suoi figli. Oggi no.
Oggi si è seduta per terra, tra Bianca ed Emma. Prima, silenziosa e un po' intimidita, le ha osservate giocare; dopo qualche minuto si è sciolta e ha allungato una mano per afferrare due pezzi colorati: li ha uniti tra loro e subito ne ha presi altri due. Poi ancora due. E ancora altri.
Concentrata, come può esserlo un bambino piccolo alle prese con un nuovo gioco, ha sistemato un pezzo sopra l'altro, senza nessun criterio se non il bisogno di unire colori e forme diverse.
Quando, inevitabilmente, la costruzione è crollata per mancanza di stabilità, ha ricominciato da capo, instancabile.
Dopo un'ora di puro divertimento, finalmente il suo pragmatismo ha prevalso.Il viaggio verso casa è lungo e impervio, non bisogna indugiare. Si è alzata, si è sistemata il vestito, si è infilata le ciabatte e ha lanciato un ultimo sguardo - bramoso- verso i Lego, abbandonati sul pavimento:
 "Continuo domani", ha detto.
Poi  ha salutato me e le bambine e se n'è tornata a casa dai suoi bimbi.
Che, ormai lo so, non hanno i Lego.

1 commento: